Testo originale e traduzione in italiano.
ATTENZIONE: Non è consentita la riproduzione della traduzione per scopi anche solo vagamente commerciali.
Per tutti gli altri usi e riproduzioni, per i quali è comunque necessario citare fonte e autore, contattare l’amministratore del sito.
HALLELUJAH
Now I’ve heard there was a secret chord Hallelujah (x4) Your faith was strong but you needed proof Hallelujah (x4) You say I took the name in vain Hallelujah (x4) I did my best, it wasn’t much Hallelujah, Hallelujah… |
ALLELUJA
Ho sentito di un accordo segreto Alleluja (x4) La tua fede era salda ma avevi bisogno di una prova Alleluja (x4) Dici che ho pronunciato il Nome invano Alleluja (x4) Ho fatto del mio meglio, non era granché Alleluja… |
Testo e musica: Leonard Cohen
Arrangiamenti: John Lissauer
Traduzione italiana del testo originale di Leonard Cohen: © Yuri Garrett/Leonardcohen.it 2014. Non riprodurre senza previo permesso.
NB: Moltissimi siti hanno rubato questa traduzione senza citare l’autore e/o il sito di provenienza. Si tratta di una pratica del tutto immorale. Attribuirsi sfrontatamente il lavoro di altri, magari a scopi commerciali, è deprecabile e perseguibile ai sensi di legge.
Note di traduzione:
Il testo pubblicato è quello della versione da studio. Cohen ha scritto oltre 80 strofe per questa canzone, alcune delle quali ha cantato dal vivo nel corso degli anni. Le più diffuse sono riportate in calce.
La canzone è, naturalmente, intrisa di riferimenti biblici, ma non meno importanti sono le allusioni erotiche e – in genere – i sentimenti contrastanti di ribellione e sottomissione che permeano la canzone, caratterizzata da una violenza – non solo interiore – continua.
Si noti anche il continuo ‘saliscendi’ emotivo e di fortuna dei personaggi, sottolineato anche dalla struttura musicale che sale, sale, sale fino al climax, poi d’improvviso scende per risolversi nell’Alleluja.
(1) David, secondo la Bibbia, suonò l’arpa per far guarire Saul.
(2) In molti qui hanno tradotto al femminile, supponendo che Cohen si rivolga a un’immaginaria amante. In realtà, qui Cohen si rivolge molto più probabilmente al Signore.
(3) Il re è David, che si ritrova, d’improvviso, a comporre l’Alleluja senza sapere perché e come. Ma qui David è evidentemente anche Cohen. ‘Baffled’ è una parola di difficile traduzione in questo contesto, perché significa anche confuso. Cohen potrebbe anche fare riferimento alla confusione terrena di David, che pur essendo l’eletto del Signore, si comporta in maniera empia, come vedremo nella strofa successiva.
(4) L’episodio è quello famoso di 2 Samuele 11, in cui David sale sulla terrazza della reggia e di lì vede Betsabea, moglie di Uria l’Ittita, bagnarsi. David, in preda a manie di grandezza, la manda a prendere e giace con lei, compiendo adulterio (un crimine capitale, non solo secondo il decalogo). Eccolo il re confuso e perplesso, preda dei suoi moti umani. Dio perdonerà David per il suo peccato, ma destinerà a morte il primo figlio della coppia.
(5) E qui Betsabea d’improvviso diventa Dalila, che carpisce a Sansone il segreto e riesce infine a legarlo. Si creano così le coppi Betsabea/Dalila e David/Sansone, i cui destini sono ora intersecati. Davide/Sansone viene finalmente legato alla sedia (l’inganno biblico di Dalila) e quella stessa sedia da cucina (di cui non c’è traccia nella Bibbia; è Cohen che banalizza la scena) diventa il trono di David, diviso (spaccato) da Betsabea/Dalila che impose quale successore il suo secondo figlio, Salomone – alla cui morte il regno di Israele si dividerà. Davide e Sansone sono due uomini vinti dalla lussuria, il cui umano agire li condurrà, in maniere diverse e secondo il volere di Dio, alla rovina. Un’immagine di rara forza.
(6) ‘Drew’ in inglese significa moltissime cose, tra cui naturalmente ‘estrarre’. Tuttavia qui le labbra sono chiaramente la fonte a cui Betsabea/Dalila attinge per stillare l’Alleluja da Davide/Sansone. Tradurre con verbi più tecnici, perderebbe tutte le allusioni sessuali assolutamente presenti nel verso inglese. Qui Betsabea/Dalila è un essere ferino che si abbevera voluttuosamente dalle labbra ritrose di David.
(7) Riecheggia qui il terzo verso della prima strofa, in cui Dio in fondo non è attento alle cose umane. Se non gli interessa della musica, perché mai dovrebbe interessarsi al suo nome? Qui David/Sansone/Cohen è massimamente superbo.
(8) Gettata la maschera, David/Sansone/Cohen si rivelano per quello che sono: ricercatori della parola, ossia poeti. La forza della parole è tale da levarsi in un’Alleluja, non importa se disperata (e quindi umana, corrotta) o sacra.
(9) Subito dopo il massimo atto di superbia, Cohen torna sulla terra, e ammette i suoi limiti, peraltro con l’ironia che gli è propria. Subito dopo però cade nuovamente preda della tentazione: poiché non riusciva a provare sentimenti, impara a toccare – chi o cosa? Beh, un’idea ormai dovreste avercela…
(10) Ancora una volta, Cohen gioca con i doppi sensi. Da un lato si inchina a Dio, asserendo la sua onestà di spirito, dall’altro sembra voler corteggiare la donna, la stessa che aveva imparato a toccare al verso precedente (‘fooling around’ significa anche ‘spassarsela sessualmente'; purtroppo questa sfumatura nascosta si perde del tutto in italiano). Magnificamente, il gioco non è mai esplicito ma rimane sempre lì come un’allusione sempre negabile.
In concerto, Cohen aggiungerà spesso a questo a questo verso il nome della località in cui sta esibendosi, come ad esempio in “I didn’t come to Rome to fool you”.
(11) Ed eccoci giunti alla fine: il regno di David è diviso, Sansone è morto insieme ai filistei, Leonard è preda dei suoi desideri. – David/Sansone/Cohen compie un ultimo atto di superbia: quell’ergersi di fronte al Dio della canzone cui si è, immeritatamente, votato (riecheggia dunque il tema affrontato in Tower of Song). Eccolo il climax dei climax: da tanta carnalità sconfitta nasce l’Alleluja, in cui si sciolgono, finalmente, tutte le tensioni.
Cohen non ha mai parlato molto del significato dei versi di Hallelujah, anche se in questo passo (‘scovato’ grazie ai magnifici siti http://www.leonardcohenfiles.com e http://www.drhguy.com) sembra dare una chiave di lettura molto evidente:
«Finally there’s no conflict between things, finally everything is reconciled but not where we live. This world is full of conflicts and full of things that cannot be reconciled but there are moments when we can transcend the dualistic system and reconcile and embrace the whole mess and that’s what I mean by Hallelujah. That regardless of what the impossibility of the situation is, there is a moment when you open your mouth and you throw open your arms and you embrace the thing and you just say ‘Hallelujah! Blessed is the name.’ And you can’t reconcile it in any other way except in that position of total surrender, total affirmation.» Leonard Cohen (How The Heart Approaches What It Yearns – Interview With Leonard Cohen presented by John Mckenna. RTE Ireland, May 9 & 12, 1988)
Quel che è certo, è che come la canta lui non ci riesce nessuno…
A proposito: ecco le strofe che Cohen ha reso pubbliche nei suoi concerti. Il testo varia leggermente, di volta in volta, ma i versi che riportiamo sono un buon compendio di quanto Cohen ha cantato negli anni.
Baby, I’ve been here before. I know this room, I’ve walked this floor. I used to live alone before I knew you. I’ve seen your flag on the marble arch, But (listen) love is not some kind of victory march, No, it’s a cold and it’s a very broken Hallelujah! There was a time you let me know Maybe there’s a God above, |
Tesoro, sono già stato qui Conosco questa stanza, ho calpestato questo pavimento. Vivevo da solo prima di conoscerti. (a) Ho visto il tuo vessillo sull’arco di marmo Ma (ascolta) l’amore non è una specie di marcia trionfale, No è fredda e molto disperata Alleluja. C’era un tempo in cui mi facevi sapere (b) Forse c’è un Dio lassù |
(a) Il coheniano doc non farà fatica a scorgere qui una reminiscenza di ‘So long, Marianne’. Anche lì Leonard ricorda alla sua Marianne che, prima che lei lo portasse in casa sua, era uno spirito libero.
(b) Questa è la più erotica delle strofe di Hallelujah, e senz’altro la più esplicita. Il protagonista si lamenta della freddezza sessuale della sua compagna e ricorda i bei tempi andati.
(c) Sono stato tentato di tradurre direttamente ‘non me LA fai più vedere’. Purtroppo in italiano bisogna esplicitare il genere, ma qui Cohen gioca (molto) sporco: il senso, nemmeno troppo celato, della terzina è ‘una volta mi facevi sapere quando avevi bassi istinti, mentre ora non me la fai vedere nemmeno di lontano’.
(d) L’immagine della sacra colomba che si muove ha naturalmente fortissimi connotati erotici, come confermato dal verso successivo, in cui l’ansimare degli amanti diventa un’alleluja.
(e) il verso più criptico e certo quello più frainteso dai molti che si sono cimentati con la traduzione di Hallelujah. L’immagine è quella di due pistoleri a duello, cui Cohen paragona i rivali in amore. Il tema è quello dell’amore terreno violento, che insegna solamente a superare il rivale – in una specie di lotta biologica per accaparrarsi l’esemplare di senso opposto più pregiato.
(f) Come si conviene, Cohen non attribuisce un ‘segno’ alla sua alleluja. E’ l’alleluja solitaria di un uomo con tutte le sue complessità.
I’m Your Man – Vita di Leonard Cohen
di Sylvie Simmons
In Italia non tutti sanno che Hallelujah, la splendida canzone portata al successo da Jeff Buckley nel 1994, è in realtà uno dei molti capolavori di un poeta e cantautore canadese, Leonard Cohen. Agli intenditori però il nome di Cohen dice molto di più, a partire dalle tre splendide cover che gli ha dedicato Fabrizio De André: Suzanne, Nancy e Giovanna d’Arco.
Guarda caso, tre donne. E che donne.
Le donne sono state il marcatempo della vita di Cohen, scandendone i momenti di euforia e quelli, ben più numerosi, di depressione. E’ proprio da questo susseguirsi di stati d’animo contrastanti, dalla continua e difficile ricerca di un equilibrio spirituale che lo avrebbe portato a viaggiare tra acido e anfetamine e a indagare nelle profondità dell’ebraismo, del buddismo e delle filosofie indiane – ma anche a cercare la compagnia delle donne, solo per poi fuggirne – che nascono le sue poesie, proprio come i fiori dal letame di Bocca di Rosa.
L’universo poetico e musicale di Cohen è complesso e affascinante, intriso di un erotismo ora velato, amorevole e biblico, ora diretto, violento e ai limiti del pornografico, con un continuo tendere ora all’altissimo ora al carnale. Tra poesie, romanzi, canzoni e perfino disegni, Cohen – il poeta dalla voce ruvida – continua a stupire da ormai quasi sessant’anni e non accenna a smettere.
Soprattutto, non accenna a diminuire il successo delle sue canzoni, oggi ritenute tra la più importanti di sempre. Né si pensi che Hallelujah, la canzone più famosa al mondo, sia un caso isolato. Sono dozzine i successi immortali di Cohen, da Dance me to the End of Love a Anthem, da Suzanne a The Future, da Bird on the Wire a Who By Fire, fino alle recentissime Show Me the Place e Nevermind. E poi ancora: Tower of Song, I’m Your Man, First We Take Manhattan, If It Be Your Will, So Long Marianne e Hey, That’s No Way to Say Goodbye. Ogni canzone di Cohen è una sorpresa, musicale e poetica, che non finirà mai di stupirvi.
In questo suo gesto d’amore, Sylvie Simmons penetra con maestria all’interno della fucina del maestro e ne svela il processo creativo, la faticosa ricerca della parola, raccontando nel mentre una vita che non si può definire che straordinaria.
Una lettura appassionante, che vi terrà incollati alle pagine e vi farà venir voglia di comprare ogni libro e ogni canzone mai scritti da Leonard Cohen.
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Ieri ho visto un film su Cohen….e mi ha preso così profondamente che ho trascorso la mattinata a leggere
alcuni dei suoi meravigliosi testi….
La sua Voce così intensa e le sue interpretazioni illuminano d’immenso la nostra quotidianità….
In questo momento sono al pianoforte con le sue note……
Davvero, Giulia, è successo anche a me, ma non ho il pianoforte e poi non so suonare, ma stanotte ho letto beautiful losers ed è tutto il giorno che ascolto la sua musica, e dovrei lavorare!
Conoscevo Cohen superficialmente,il film documentario che ho visto(3 volte),me lo ha fatto conoscere meglio e lo sto apprezzando come musicista e mi sembra una bella persona.in questo momento sono a leggere i testi delle sue canzoni in italiano.
Io conoscevo (parlo al passato, che ormai ci ha lasciati soli da qualche anno) a lui dal lontano 1970. Per me è stata la rivelazione sulla via di Damasco. Iniziavo allora ad aprirmi ai veri cantori, ai menestrelli, agli unici bardi della musica Rock internazionali americani e inglesi. Sentito che ho a Lui mi sono detto “ci sono” e non ce n’è altri. E poi, tramite de André e le sue fedelissime e poetiche traduzioni, delle quali ha avuto dal compianto i suoi personali apprezzamenti, ho potuto approfondire i suoi in apparenza canti ermetici. Ma poi gli anni sono passati con i suoi sempre migliori lirici canti e grandi successi che io seguivo. Amen
ho visto il film la vigilia di pasqua ed è stato per me come ricevere un prezioso regalo. La musica, le canzoni interpretate in modo sublime mi hanno aperto il cuore e, mi hanno fatto sentire più vicina a Dio.
felicemente sorpresa ,ho conosciuto l,esistenza staordinaria di leonard cohen.dal filn documentario
non me lo tolgo dalla testa grazie….
Ciao, mi potete dire quale sia il film che citate? Si può trovare da qualche parte?
Ieri sera ho visto The Voice su Rai2 e sono rimasto molto colpito dalla versione di Hallelujah che ha cantato il concorrente Fabio Curto, veramente bravissimo ed emozionante, uno che penso e spero farà molta strada.
Allego il link della puntata, ne vale la pena:
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-05-06&ch=2&v=511382&vd=2015-05-06&vc=2#day=2015-05-06&ch=2&v=511382&vd=2015-05-06&vc=2
Anch’io ESIGO sapere di che documentario state parlando! [ESIGO, ma ovviamente per favore :P]
si tratta di “I’m your man” del 2005
Belle note interpretative. Su una cosa non sono d’accordo. Nei due passi in cui dice “ma a te cosa importa” non c’è sfrontatezza superba di Davide. Al contrario. È il massimo riconoscimento della maestà di Dio. Della sua santità che coincide con l’essere misericordia totale. Il senso è questo : tu non sei un uomo, che se la può prendere; tu non ti offendi; tu non “te la segni”, come un’offesa personale… Tu sei oltre, Tu sei altro ….
BraVo Luca,la canzone non ha niente a che vedere con Davide.
Dovresti leggere il commento al testo…
Non si rivolge nemmeno a Dio secondo me ma alla Betsabea di turno
Concordo con il commento precedente…. Il verso poi potrebbe essere rivolto anche a noi che ascoltiamo o all’amata che non capisce. Così come la sedia della cucina non e un banalizzare ma uno stratagemma efficace che lega la canzone alla quotidianità di ognuno di noi.
Grande Cohen
Grazie per il commento, Giorgio. ‘Banalizzare la scena’ significa, per l’appunto, renderla semplice, quotidiana. Anziché usare la lectio della Bibbia (in cui Sansone si addormenta sulle cosce dell’amante Dalila, che a questo punto gli fa tagliare le trecce da un altro uomo), Cohen semplifica la scena popolandola di oggetti di uso comune che riportano ‘alla quotidianità di ognuno di noi’ e concentrando tutta la vis poetica su questo straordinario personaggio che è Dalila/Betsabea. Non credo insomma che il verbo banalizzare sia stato usato in maniera impropria o anche solo difforme dall’interpretazione proposta.
Mi sono imbattuta in questa traduzione + commento (se posso: stupendo e davvero molto esaustivo!) e ho scoperto finalmente il vero significato che sta dietro una canzone che spesso viene cantata pensando magari di dire tutt’altro.
Probabilmente canterò questa canzone a breve e sono solita (quando studio una canzone) cercare di capire il vero senso di ciò che dico, in modo da sentirla di più e magari farla sentire di più anche a chi mi ascolta.
Vorrei quindi dire grazie per la spiegazione che mi è servita molto e che credo rileggerò molto volentieri ancora altre volte per “imprimermi dentro” il vero significato di questa opera d’arte.
Siete dei grandi vi stimo
Vi auguro il meglio
Mi unisco ai complimenti per la traduzione ed anche per la scelta del filmato con un’interpretazione veramente emozionante: le note gravi del canto (caratteristica significativa della voce di Cohen) perfettamente distinguibili, l’accompagnamento strumentale ben calibrato che merita di essere riascoltato più volte, l’impatto vocale e scenico ideale delle coriste. Siamo lontani anni luce dalle banali rivisitazioni che non rendono giustizia all’intensità comunicativa espressa da questa composizione. Veramente utile ed istruttivo, mille grazie a voi.
La versione di Elisa 2017 mi è piaciuta tantissimo
Semplicemente “Sublime”!
ascolto e riascolto continuamente questa bellissima canzone /preghiera, sto cercando di farla interpretare dai miei ragazzi nel prossimo concerto di Natale, ma ho necessità assoluta di reperire la base. Chi può aiutarmi ? grazie per quanto farete.
Ciao, ho ascoltato diverse versioni di questo bellissimo brano (che, ahimé, non posso cantare perché non parlo l’inglese) e posso segnalarti due ottime basi che trovi su youtube.
1) HALLELUJAH Karaoke Instrumental] (Low)
2) [KARAOKE] Hallelujah -1 Semitone-male voice- (In the style of Alexandra Burke)
Comunque la farete, sarà stupenda!
EDIT: Abbiamo tolto i link diretti, ma basta googlare per trovare facilmente le due basi!
E’ una delle più interessanti, belle persone mai esistite.
non conoscevo cohen.non sapevo che questa meraviglia fosse una suaa canzone.peccato che non ci sia più asclterò spesso le sue poetiche canzoni,complimenti per la traduzione!
Grazie e benvenuta in famiglia!
sempre ascoltata incantatomi alla versione di Jeff Buckley, mi chiamava questa canzone da tempo…dovevo aspettare che se ne andasse questo grande poeta per affrontare il testo di una complessità, ricchezza e bellezza assolute, grazie a voi per la bellissima interpretazione e traduzione.
A parte il poeta Cohen ritengo che la versione migliore in assoluto di Hallelujah! sia quella di Jeff Buckley
non lo conoscevo ma come molti incuriositi si sono accostati a questo poeta e mentre scrivo ascolto per l’ennesima volta questa voce che affascina coinvolge e viene voglia di capire i testi delle sue canzoni un grande peccato non averlo scoperto prima
Non è mai troppo tardi per scoprire Leonard Cohen. Noi stiamo curando questo progetto decisamente impegnativo proprio affinché possiate apprezzare la profondità dei suoi testi. Benvenuto!
Io scopro sempre le cose con enorme ritardo. Sempre mi capita così. Nonostante da una vita io ami la musica, ma -in particolare e sopra ogni altra- la musica che viene dall’anima, ebbene non conoscevo affatto L.Cohen! grande persona, grande anima. Mi mancherà.
Al contrario, ora che lo ha scoperto, Leonard Cohen le starà a fianco a lungo! Benvenuto tra noi!
Ciao siete dei grandi Concordo su tutti i commenti
Incredibile, ho “scoperto” Leonard Cohen a 69 anni! Sapevo che esisteva, ma non avevo mai ascoltato una sua canzone ne letto una sua poesia o visto una sua foto. Dalla notizia della sua morte passo ore a leggere le sue biografie, i testi delle poesie/canzoni e su internet vado alla ricerca di ogni cosa che parli di lui. Compulsivamente incamero nella mia memoria notizie, immagini e, naturalmente, le poesie in musica di uno dei più grandi rappresentanti della letteratura mondiale. Hallelujah mi segue ovunque e, a volte, mi sorprendo a cantarla nel pensiero. Provo a cantarla accompagnandomi col pianoforte, ma mi interrompo al primo verso per riascoltarla un’ennesima volta in una delle ultime splendide interpretazioni di Leonard che ho condiviso sulla mia pagina di Facebook. Avevo esultato per il Nobel della letteratura attribuito a Dylan, non “conoscevo” Cohen: oggi non ho alcun dubbio, se questo era il momento di premiare i grandi poeti della musica, il Nobel spettava di “diritto” a Leonard Cohen.
D’accordissimo!
Buonasera a tutti:
Mi intrometto in punta di piedi in questa interessante discussione su un grande poeta e musicista:
A me succede la stessa cosa che succede ad Adolfo: ogni volta che prendo la chitarra e comincio a suonare l’Hallelujah alla terza nota mi viene voglia di fermarmi e riascoltarla ancora una volta. Spesso la ascolto nella versione di Bukley che secondo me l’ha capita e fatta sua benissimo. Ma quando sento Cohen è tutta un’altra storia.
Sono d’accordissimo con Adolfo su un’altra cosa e cioè che il Nobel spettasse a lui, se non altro per la sua, come dire, “terrenità” mentre dall’altra parte come abbia visto c’é stato uno snobbamento che si poteva evitare.
Mi permetto di chiudere con una considerazione personale e cioè non so se siete d’accordo ma, a livello di ricerca sui testi e di profondità ed anche cultura degli stessi, io penso che che Cohen stia alla musica nel mondo come De Andrè a quella Italiana (e forse l’ho troppo ridimensionato?)
Il sito è splendido ed è già tra i miei preferiti.
Ringrazio tutti voi per aver speso parte del vostro prezioso tempo con appassionate parole verso colui che ancora non conosco e che già so’ di appartenere cosi come egli a me…il Poeta non muore,il cantore neppure,nessun Artista in realtà perché ha il dono del Divino e quindi dell immortale….come Leonard tanti altri….angeli ora ma mascherati da poveri diavoli per portarci più su….oltre ogni nostro pensiero!!!
Ascolto musica dall’infanzia, di tutti i tipi, e negli anni mi sono fatta la convinzione che la musiva sia la voce di Dio
Ciao, io ho sempre preferito tradurre ” it’s a cold and it’s a very broken Hallelujah” con “(l’amore) è un freddo e rotto (nel senso di pronunciato male) Alleluia” (inteso come esclamazione) oppure – facendo riferimento alla classica canzone Alleluia – con “(l’amore) è una fredda e stonata Alleluia”. Ecco, il broken per me è più rotto-stonato, e non disperato. Magari viene fuori dalla bocca rotto o stonato proprio perché è disperato, come quasi tutte le volte che usiamo la parola Alleluia, però per me L.Cohen voleva dirci come viene fuori per farci capire la sua essenza, ossia quello che in realtà è e non quello che si pensa che sia
…”viene fuori dalla bocca rotto o stonato proprio perché è disperato,”
le tue parole rendono l’umanità di Leonard . il suo passato, tutto ciò che l’ha portato a scrivere Halleluja.
spesso , come in questo caso, non riesco ad ascoltare tutta la canzone perchè mi emoziona troppo. meglio leggere le parole.
Leonard Cohen rimarrà per sempre nel mio cuore.
Grazie per avervi conosciuto, e ancora di più grazie al grandissimo poeta Leonard, ho conosciuto in ritardo anche io questo grande artista, ascolto in continuazione questa sua canzone e mi riempie di gioia e serenità!!!!io dipingo e sicuramente prima o poi farò dei quadri con Leonard all’interno!!!!!!Bravissimo!!!!!Bellissimo!!!!!
Difficile esprimere un’opinione,la canzone,sia che compresa o meno,fa’da sola.
Correggete non è Urla l’Ittita ma Uria l’Ittita
Grazie Mario, abbiamo corretto il refuso!
Che bello leggere la poesia e i vostri bellissimi commenti. Conosco Cohen da tempo e mi fa un immenso piacere sapere che molti lo amano o che hanno imparato ad amarlo. Auguri a tutti
Lui è e sarà per sempre the best. Una bellissima persona. Lo amo è un vero poeta.
Bravo, hai fatto un ottimo lavoro, molto accurato.
Se, come vorrei, riuscirò a farne una traduzione in metrica, te la spedirò. Tranquillo, niente scopi commerciali!!
Buon lavoro e buon anno.
Resto alquanto perplesso che artisti come Leonard Cohen(e tantissimi altri) vengano conosciuti dopo morti. Se molte persone, invece di perdersi dietro a canzoni senza senso si dedicassero seriamente all’ascolto di motivi scritti da compositori che sono veramente dei poeti della musica, avrebbero parecchie occasioni per gustare della musica veramente meravigliosa.
Pur essendo un amante della musica, confesso che fino a ieri non conoscevo nè Cohen nè Halleluja.
Scusate, forse sicuramente esagero e temo di ridicolizzarmi, ma credetemi, dopo avere sentito la sua versione mi è uscito spontaneo, pur non essendo un credente ” ecco la prova che Dio esiste”.
E stato molto ma molto bello leggervi, sono da tanto alla ricerca e la traduzione in italiano. Ma tradotta con parole che ti fanno partecipare interiormente e ti rapiscono, sono struggenti bellissimi,perdonatemi il termine, quasi dolorosi..G R A Z I E.
Penso che questo sito per chi cerca per la priva volta di conoscere il “maestro” e’ abbastanza esauriente!! Effettivamente le versioni sono infinite, questa canzone l’ha cantata tutto il mondo e tutti gli artisti e non, la verita’ e’ che quel misto tra sacro e profano intriga un po’ tutti, da qui nascono le varie storie, versioni e commenti, Ma la verita’ assoluta e’ che questa non e’ una semplice canzone ma e’ come un’opera d’arte da preservare sopratutto a tutti coloro che un domani penseranno di fare musica!!
Complimenti per la traduzione, ma nella prima strofa i riferimenti musicali non sono resi correttamente.
Il soggetto non è LA NOTA (genere femminile) ma L’ACCORDO al maschile.
Per esteso sarebbe
L’accordo sul quinto grado, l’accordo sul quinto
L’accordo minore scende, l’accordo maggiore sale
Quindi io ti suggerisco di tradurre
Il quarto, il quinto
Il minore scende, il maggiore sale.
Grazie, Stefano. Dev’essere stato un caso di cecità assoluta, perché il riferimento all’accordo non è mai stato in dubbio nella mia testa. Ti sono debitore.
Per molto tempo non ho amato particolarmente Hallelujah, probabilmente perché mi smarrivo nel suo testo lunghissimo e complesso. Poi ho scoperto questa vostra bella pagina. E così, adesso, ogni tanto vengo qui, leggo e rileggo sempre con piacere questa bella traduzione e le note interpretative, magnifiche. Grazie!
Grazie per l’accurata traduzione, e soprattutto per le note. Ti segnalo questo passaggio:
“But (listen) love is not some kind of victory march,
No, it’s a cold and it’s a very broken Hallelujah!”
Che secondo me andrebbe tradotto così:
Ma (ascolta) l’amore non è una specie di marcia trionfale,
No, è un freddo e molto disperato Alleluja
Cioè mi sembra che il soggetto del secondo verso sia sempre l’amore; così il senso appare più chiaro.
Conosciuto Leonard perché amavo ed amo De Andrè dico che i due rivaleggiano in grandezza e fortunatamente abbiamo avuto la ventura di vivere nel loro tempo, ma loro sono senza tempo e senza età:vita e poesia e musica eterni che ascolteresti per l’eternità e che ogni volta ti fa vivere emozioni diverse, profonde e sempre nuove man mano ascolti e riascolti scoprendo sonorità e significati sempre nuovi…Eccelsi loro ed eccellente la traduzione ed il commento . Grazie
Vi sono veramente grato di aver gettato un raggio di luce sulla criptica personalità dell’Autore e nel contempo sui sofferti significati di un pezzo raro che è musica, poesia, ricerca, introspezione, dramma della umana condizione e forse … speranza. Ho un grande rimpianto: averlo scoperto troppo tardi. Grazie mi avete fatto un grande servizio. Pacifico
thank you , sublime sky blu !
Mia moglie l ascolta spesso, allora ho preso la chitarra e lo suonata,perché volevo farla in chiesa, ma dopo aver letto questo interessante sito,ho capito perché nelle chiese non si compone.
Tranne che in Brasile, dove esistono versioni rielaborate in portoghese che cantano nelle chiese,abbastanza vicino all originale ma comunque efficaci. Grazie
Rai 5 ha dato oggi per la seconda volta il film sul concerto in onore di Cohen. Magnifico, cantanti intensi e interviste a Cohen.
c) Se traduci “c’era una stagione in cui mi facevi sapere” ( è equivalente a “c’era un tempo”) , “ma ora non me LA fai mai vedere, vero?” ci sta al femminile
Ciao e grazie per il suggerimento, che però non risolve. “It” non è legato a “time” (tempo, stagione), quanto a “what’s really going on below”. E il problema persiste… 😉
La traduzione della prima strofa è un pò imprecisa in termini musicali, dovrebbe essere resa così:
“Beh, fa così:
La quarta, la quinta,
Il [l’accordo, ndr] minore abbassato, il maggiore aumentato
Il re perplesso mentre compone l’Alleluja”
Buonasera Daniele, e grazie per il commento. Noi abbiamo interpretato quarto e quinto accordo – come peraltro già dibattuto sopra. E’ evidente che anche la tua versione è possibile, ma per ora non vedo motivo di cambiare. Un saluto!
Vorrei confermare, da “Addetto ai lavori” quanto affermato da Daniele M.
La prima strofa, permettete, non va interpretata parlando di accordi facendo erroneo riferimento all’accordo segreto citato nella prima frase, bensì delle conseguenti scale musicali e gradi delle scale stesse quando chi scrive cerca di spiegare come funzioni la musica a chi non sembra (a suo apparire) esserne interessato.
In “gergo” musicistico non si usa MAI il carattere maschile riguardo a questi gradi per cui, se prendiamo ad esempio la scala di Do, la “prima” o “tonica” è la nota DO.
La “seconda” (o – a seconda della posizione – “nona”) la nota RE.
La “terza” la nota MI
E qui arriviamo alla “quarta” e alla “quinta”, e cioè FA e SOL.
Va da sè che la “sesta” sia la nota LA e la “settima” pura che, in realtà, è aumentata (ma questo è un altro discorso di teoria musicale) la nota SI.
Inoltre la “terza” è quella che stabilisce se un accordo sia maggiore o minore. Se è “pura” (MI) l’accordo è maggiore (DO-MI-SOL), se è diminuita di mezzo tono (terza minore, in questo caso MIb o RE#) l’accordo che fa riferimento alla tonica diventa minore
Da questo ragionamento si comprende come “Quarta” e Quinta” debbano essere femminili mentre gli accordi (minor and major) devono per forza essere tradotti al maschile.
Sempre parlando da musicista, gli accordi minori hanno da sempre una assonanza malinconica o triste, mentre i maggiori roboante e allegra Possiamo scomodare la musica classica per definire i primi con un’opera splendida come La Moldava di Smetana che inizia in toni principalmente minori e continua così finchè il fiume diviene maestoso e raggiunge l’apice degli accordi maggiori
Come esempio classico della maestosità degli accordi maggiori cosa meglio della Marcia Trionfale dell’Aida?
Per questi motivi io tradurrei così
“Beh, fa così
La quarta, la quinta.
Il minore smorza, il maggiore accende”
Spero di non essere risultato troppo prolisso.
Detto per inciso non sono un musicista classico, bensì dalle profonde radici Rock
Flavio
È una meraviglia che a distanza di anni dopo l’uscita di questo articolo ci sia ancora una come me che capita qui per caso, attratta dal mistero di questa canzone, come un metallo verso una calamita ?. L’ho sentita per l’ennesima volta stamattina, stavolta cantata dal coro in chiesa con una bravissima solista femminile, e per l’ennesima volta mi è venuta la pelle d’oca e in più mi sono trovata col viso lavato dalle lacrime… Ma per la prima volta ho deciso di andare in cerca delle sue origini… soprattutto quando una signora presente ha commentato che era una “nuova” canzone.
Credo che sia soltanto un’opera divina possa avere un effetto come quello che questa canzone provoca su ogni singola cellula del cuore e su ogni singola corda dell’anima dell’essere umano.
Non smetto di sorridere quando penso a quella volta che l’ho “vista” cantata al ballo di una sagra paesana, e tutti gli anzianotti, che un attimo prima ballavano il valzer e il latinoamericano, si sono sciolti in un blues, più romantico che mai. Alleluia! Alleluia! ?
Grazie e complimenti per l’articolo, un eco piacevole dell’opera in questione.
Ringrazierò sempre un carissimo amico che mi fece conoscere ormai più di 20 anni fa questo grande artista che modulava con la sua voce profonda i versi più belli…un poeta dall’anima illuminata, che sapeva esprimere attraverso le sue canzoni la conoscenza di ogni essere umano! Hallelujah!
Salve a tutti
mi permetto di segnalare una interpretazione che considero eccezionale, cantata (è il secondo brano nel filmato di yoytube) da Silvia Capasso in un concerto tenuto nella basilica di San Giovanni in Laterano. Gradirei le vostre opinioni, grazie
Buona sera tutti,
c’è qualcuno che può dirmi se questa bellissima canzona – cantata in italiano – può essere acquistato (per esempio in iTunes) ?
Bella serata e per favore, restate tutti sani e salvi !
Anna (Belgio)
Grande L interpretazione di erman metal di ieri sera sulla Rai. Sofferta eautentica
leggo spesso questo sito, complimenti , molto ben fatto.
ascolto il maestro da sempre, ho avuto anche la fortuna di vederlo dal vivo. scrivo per una precisazione, secondo me.
il verso nel quale si dice che tutto quello che ha imparato dall’amore è come sparare a chi estrae più velocemente, io non credo si riferisca a due rivali maschi , ma proprio al rapporto uomo donna.
il resto lo lascerei a voi. è così interessante pensarci su.
un saluto a cuore unificato
stefano
Alleluia o alleluia o hallelujah in italiano è un sostantivo maschile, e di questo dovrebbe tener conto anche il traduttore
Grazie! Molto interessante.
Anche il film “Watchmen” di Zack Snyder rende omaggio a questo bellissimo pezzo di Cohen.
Innanzitutto grazie.
Ascoltavo una versione con versi cambiati in occasione della Pasqua (inviatami da un’amica come augurio) e mio figlio ventenne mi ha detto “chissà che penserebbe Cohen: un testo sui dubbi di un non credente trasformato in un inno alla fede”. Così ho cercato il testo originale e la traduzione e sono arrivata qui.
Beh il testo è ancora più bello, anche per una credente.
Comunque: prima di leggere anche le note, io la frase “I couldn’t feel, so I tried to touch” la interpreto non solo come un riferimento “carnale”, ma al fatto che chi non “sente” (feel) di credere, cioè chi non ha fede in Dio, come San Tommaso in Giovanni 20:19-31 dica “se non tocco le ferite di Cristo con le mie mani, non credo che è risorto”. Non so se a vostro parere di conoscitori di Cohen può starci come doppio riferimento.
Per quanto riguarda la biografia e la citazione di De Andrè, “dal letame nascono i fiori” non è in Bocca di Rosa ma in Via del campo.
Grazie ancora per la traduzione! Anna
Grazie per la segnalazione della svista, invero grossolana, su De André!
Complimenti per esserti gettato in questo “Roveto ardente” e per avere stimolato tutti i commenti successivi. Post valido a distanza di anni.
A mio parere nella canzone Cohen non si rivolge mai a Dio, anzi ne è assolutamente devoto al “Dio della Canzone”..dopotutto come potrebbe non esserlo uno che scrive canzoni di mestiere? Quindi niente di blasfemo o superbia in questa canzone. Il “You” del testo è rivolto alla sua amante o anche all’ascoltatore ma mai a Dio