Testo originale e traduzione in italiano.

ONE OF US CANNOT BE WRONG

I lit a thin green candle, to make you jealous of me.
But the room just filled up with mosquitos,
they heard that my body was free.
Then I took the dust of a long sleepless night
and I put it in your little shoe.
And then I confess that I tortured the dress
that you wore for the world to look through.

I showed my heart to the doctor: he said I just have to quit.
Then he wrote himself a prescription,
and your name was mentioned in it!
Then he locked himself in a library shelf
with the details of our honeymoon,
and I hear from the nurse that he’s gotten much worse
and his practice is all in a ruin.

I heard of a saint who had loved you,
so I studied all night in his school.
He taught that the duty of lovers
is to tarnish the golden rule.
And just when I was sure that his teachings were pure
he drowned himself in the pool.
His body is gone but back here on the lawn
his spirit continues to drool.

An Eskimo showed me a movie
he’d recently taken of you:
the poor man could hardly stop shivering,
his lips and his fingers were blue.
I suppose that he froze when the wind took your clothes
and I guess he just never got warm.
But you stand there so nice, in your blizzard of ice,
oh please let me come into the storm.

Leonard Cohen testi e traduzioniUNO DI NOI NON PUO’ AVER TORTO (1)

Accesi una lunga candela verde (2), per farti ingelosire (3)
Ma la stanza si riempì solo di zanzare
Avevano sentito che il mio corpo era libero.
Poi presi la polvere di una lunga notte insonne
E la misi nella tua scarpetta.
E poi confesso di aver torturato il vestito
Che avevi messo perché il mondo lo attraversasse con gli occhi (4)

Feci vedere il mio cuore al dottore: mi disse che dovevo smetterla lì.
Poi si è scritto una ricetta per sé
E sopra c’era il tuo nome!
Poi si è rinchiuso nel ripiano di una libreria
Con i dettagli della nostra luna di miele (5)
E l’infermiera mi dice che è molto peggiorato
E il suo studio sta andando in malora.

Ho sentito di un santo che ti ha amata,
Così ho studiato tutta la notte alla sua scuola.
Insegnava che il dovere di chi ama
E’ di macchiare la regola d’oro. (6)
E proprio quando mi sono convinto che i suoi insegnamenti fossero puri
Si è lasciato annegare nella piscina.
Il suo corpo non c’è più ma qui sul prato
Il suo spirito continua a sbavare.

Un eschimese mi ha mostrato un tuo filmato
Che aveva girato di recente:
Il pover’uomo smetteva a fatica di tremare
Le sue labbra e le sue dita erano livide. (7)
Suppongo sia congelato quando il vento rapì i tuoi vestiti
E credo non sia mai riuscito a scaldarsi
Ma tu sei così bella, nella tua tempesta di ghiaccio,
Oh ti prego fammi entrare nella bufera.

Testo e musica: Leonard Cohen

Traduzione italiana del testo originale di Leonard Cohen: © Yuri Garrett/Leonardcohen.it 2016. 
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NOTE DI TRADUZIONE
(1) Il tono beffardo della canzone è già esplicito dal titolo. Cohen e l’amata divergono, in quanto l’uno vorrebbe l’altra e l’altra non vuole lui. Ma nessuno dei due ha ragione: al massimo, uno dei due non ha torto – naturalmente senza minimamente accennare a chi dei due…

(2) Nel 2012, Cohen ebbe una conversazione con Rita Houston al Joe’s Pub di New York. In quell’occasione ha ricordato un episodio che risale a quegli anni, in cui risuona senza dubbio l’atmosfera di questa canzone:

«Edie Sedgwick was living a few doors down. Through her door came all the most attractive men and women of the period, I was not among them, but I longed to be among them. There was, on the corner of 7th Avenue and 24th Street, there was a Mexican magic store, with potions, candles and powders, which could be used to draw influences into your life — to secure love affairs, or to guarantee successes. My situation was such at the time that I believed in them, so I bought a couple of candles, and a book about candles — I just read that, and the I Ching, though I couldn’t follow anything from one paragraph to another. At a certain point, through some graceful accident, I was invited into Edie Sedgwick’s room. It was filled with very beautiful young people. It was dark, and illuminated by candles, 30 to 40 candles, burning everywhere, on plates, on the stove … I had no credentials at the time, there was nothing I could say. I walked into the room of her glittering crew, and I said, ‘this display of candles is extremely dangerous.’
So, I presented myself as … an Expert in The Candle. And this did not go over well. So I left at an appropriate time. The next day, her apartment burned down, and my prestige soared.»

(3) Cohen stesso ha spiegato nel 1970 che la canzone è ispirata da Nico, la modella cantante tedesca che Andy Warhol unì ai Velvet Underground per produrre lo storico album d’esordio della band, intitolato appunto The Velvet Underground & Nico (con la celebre banana in copertina). La biondissima Nico, di cui Cohen era follemente innamorato, ha sempre rifiutato le avance di Leonard. Il riferimento qui è alla pratica propiziatoria, tipica della magia nera, di accendere candele colorate per ottenere lo scopo prefisso. Purtroppo per Leonard, tutte queste pratiche «non diedero alcun frutto che non fosse quello di una duratura amicizia». Il rapporto tra Cohen e le candele, è stato peraltro sempre molto intenso – naturalmente a partire dalle candeline dello Shabbath. Erano piene di candele la sua stanza al Chelsea Hotel, gli studi di registrazione e spesso e volentieri anche il palco da dove cantava.

(4) Dal vivo Cohen ha anche aggiungo un verso in più: «and the world looked through«, «E il mondo lo ha attraversato».
(5) Molto spesso nelle esecuzioni dal vivo Cohen ha aggiungo l’aggettivo ‘shabby’, trasandata, stracciona.
(6) Qui il riferimento è alla nota massima di Hillel il vecchio, il grande studioso fariseo del I secolo A.e.V., e che in italiano è più nota nella seguente formulazione: «Non fare al prossimo ciò che non vorresti fosse fatto a te: questa è tutta la Torah, il resto è commento. Va’ e studia.». A titolo di curiosità, sempre a Hillel è attribuita un’altra massima che ha avuto profonde ripercussioni su tutte le epoche successive: «Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se non ora, quando?» Il tema dell’amante scorretto ricorre in Cohen, ad esempio in una delle strofe aggiuntive di Hallelujah («All I ever learnt from love is who to shoot at someone who outdrew you»)
(7) Ora è finalmente chiaro il disegno di Cohen: il poeta ama, ma è respinto e cerca conforto presso chi ne sa più di lui. peccato che le cose non vadano esattamente secondo i piani: il dottore  prescrive la terapia ma si ammala lui stesso; il santo indica come amare, ma muore di amore; l’eschimese, maestro del freddo, che qui esemplifica Nico, muore congelato osservandone la bellezza. Il poeta invece, piegato ma non vinto, continua a implorare la bella Nico di lasciarlo entrare nella sua algida presenza.