The Flame, l’ultimo regalo di Leonard

The Flame – A Collection of Leonard Cohen’s Last Poems

I beninformati lo sapevano da tempo e Robert Kory lo aveva anticipato. Non per questo la notizia – fornita ieri da Allan Showalter e subito rimbazata dal Guardian – che nel 2018 è atteso in libreria un libro postumo di Leonard Cohen è meno esaltante.

Secondo quanto anticipato dall’editore Canongate, il libro si intitolerà «The Flame – A Collection of Leonard Cohen’s Last Poems» e conterrà poesie inedite, appunti, disegni, testi delle canzoni degli ultimi tre dischi e di Blue Alert, oltre a prose varie attraverso cui Cohen condivide i suoi pensieri più intimi, come spesso è accaduto nelle sue raccolte.

Nonostante non sia un libro agile (452 pagine con copertina rigida), è facile anticipare che The Flame sarà l’opera testuale più venduta di sempre dell’artista canadese.

Robert Kory: Leonard Cohen stava lavorando a un nuovo libro

Domenica 11 dicembre, la famiglia di Leonard Cohen ha organizzato un memoriale presso la sinagoga Ohr HaTorah di Los Angeles. In questa occasione Robert Kory, amico e manager di Leonard Cohen (nonché ex-marito di Anjani Thomas) ha ricordatoil grande artista canadese con un discorso allo stesso tempo intimo e pubblico di grande profondità.

Ringraziamo qui l’infaticabile Allan Showalter per aver pubblicato il testo originale del discorso sul suo splendido sito-omaggio, cohencentric.com.

 

«Cosa posso dire del mio caro amico e cliente Leonard Cohen? Tutto appare inadeguato, fuorché ringraziarlo per la straordinaria possibilità di essere stato al suo servizio. Ho cominciato a lavorare per Leonard, in occasione di una triste missione legale e di recupero crediti. Se non fosse stato per la genialità senza riserve dell’allora mia collaboratrice e oggi mia socia nello studio legale, Michelle Rice, avremmo ben potuto fallire.

Ma fu vero il contrario e il nostro ruolo si è evoluto in quello di manager personale, pur continuando a sbrigare pratiche legali e finanziarie. Il mio rapporto con Leonard dipendeva in larga misura dalla nostra affinità spirituale condivisa, ma non ne parlavamo quasi mai, per non spaventare le muse. Il mio compito era di pensare alle cose pratiche.

Lavorando per Leonard ho avuto occasione di conoscere tutti voi in qualche misura, la maggior parte di persona. Alcuni tra voi lo hanno conosciuto per decenni in virtù di un rapporto personale e/o professionale; altri lo hanno incontrato attraverso la recente, grandiosa rinascita della sua carriera dal vivo e in studio.

Leonard avrebbe voluto che facessi due cose oggi – esprimere la sua gratitudine per tutto quel che gli avete dato e chiedere a ciascuno di voi di perdonare i suoi limiti. Se ne è andato inaspettatamente e se avesse saputo che il tempo era agli sgoccioli avrebbe senz’altro prolungato lo spettacolo per ringraziarvi di persona, come faceva ogni sera in tour, nonostante le mie proteste per gli straordinari dopo le 23:30!

Leonard aveva bisogno di stare da solo per creare la sua arte. Aveva anche bisogno di gente, come testimoniano la sua straripante generosità e cortesia. Uno dei miei ruoli più importanti era di aiutarlo a trovare un equilibrio precario tra queste due necessità in conflitto tra di loro. Il risultato più significativo è stato un tour in cui si crogiolava in solitudine, perfino viaggiando con la ‘famiglia’ della band e dello staff, perfino durante i 387 spettacoli in arene di tutto il mondo davanti a pubblici esauriti in ogni ordine di posto.

Questa solitudine durante i tour lo sorprendeva e lo nutriva allo stesso tempo. Così mi chiese di cominciare a respingere anche le richieste di incontro prima e dopo gli spettacoli, perfino da amici intimi, colleghi e famiglie. Se nono fosse stato per questa solitudine forse non avremmo mai avuto i suoi ultimi tre magnifici album da studio.
 
Ma Leonard spesso condivideva con me un rimpianto profondo: che quel tempo tutto per sé significava non poter vedere le persone che amava o i colleghi che erano così importanti per il suo lavoro. Così mi incaricò anche di chiedere agli altri di ‘perdonare, per cortesia, i suoi limiti’. Questo incarico si è fatto particolarmente gravoso negli ultimi quattro mesi di vita, durante i quali stava tentando di finire un libro, un’impresa solitaria.

Quindi questo è il contesto in cui tenterò di dirvi quel che credo che Leonard avrebbe voluto che vi dicessi.

Per chi tra voi lo conosceva intimamente, avrebbe voluto che foste saldi nella consapevolezza del suo amore profondo e di lunga data, anche se in alcuni casi “tutto può essere andato storto”, anche se “l’amore non è una marchia trionfale”, anche se spesso è solo una “disperata Alleluja”.
 
Per chi tra voi lo conosceva per lo più attraverso un rapporto professionale, avrebbe voluto che foste saldi nella consapevolezza del suo profondo apprezzamento per tutti gli sforzi che avete fatto per assisterlo nella sua rinascita degli ultimi otto anni. Avete aiutato il mondo a riconoscergli il suo posto nella torre del canto – quello di una impareggiabile stella mondiale – e avete contribuito a far sì che le generazioni che verranno “continueranno ad avere sue notizie… molto tempo dopo che se ne sarà andato”.»

Molte nuove traduzioni in italiano

Il lavoro non si ferma mai sulle pagine di LeonardCohen.it.

Negli ultimi giorni sono state aggiunte: One of Us Cannot Be Wrong, Story of Isaac, Waiting for the Miracle, If I didn’t Have Your Love, Treaty, Seemed The Better Way.

Ecco i link diretti, in ordine di pubblicazione:

http://www.leonardcohen.it/discografia/songs-of-leonard-cohen/one-of-us-cannot-be-wrong/

http://www.leonardcohen.it/discografia/songs-from-a-room/story-of-isaac/

http://www.leonardcohen.it/discografia/the-future/waiting-for-the-miracle/

http://www.leonardcohen.it/discografia/you-want-it-darker/if-i-didnt-have-your-love/

http://www.leonardcohen.it/discografia/you-want-it-darker/treaty/

http://www.leonardcohen.it/discografia/you-want-it-darker/seemed-the-better-way/

Buona lettura a tutti!

E se decidete di condividere il nostro lavoro, per cortesia ricordatevi di mettere il link al nostro sito e di citare gli autori delle traduzioni! :)

Traveling light, la traduzione in italiano

Secondo noi, non c’è modo migliore di onorare la memoria di Leonard Cohen che contribuire a tenere vive le sue canzoni. Ecco perché oggi abbiamo sentito la necessità di tradurre per voi Traveling Light, una delle canzoni più belle del suo ultimo disco, You Want it Darker.

Potete trovare il testo in italiano qui.

Leonard Cohen In Memoriam

Leonard Cohen è morto nel sonno la mattina di lunedì 7 novembre 2016, dopo essere caduto in terra per motivi non meglio precisati durante la notte.

Per volere della famiglia, la notizia non è stata resa pubblica fino a dopo la celebrazione di un memoriale nella sinagoga della sua congregazione di origine, la Shaar Hashomayim di Montreal, tenutasi giovedì 10 novembre. Leonard Cohen è stato poi sepolto accanto ai suoi genitori nel cimitero ebraico di Montreal.

Noi continueremo a tenere viva la sua memoria, da oggi con più dolore, proseguendo il lavoro di traduzione e divulgazione delle canzoni di Leonard.

Abbiamo anche pensato di mettere un link permanente a questa pagina per consentire a tutti i nostri lettori di lasciare un pensiero per onorare la memoria di Leonard Cohen.

Un abbraccio a tutti voi che avete mantenuto in vita e continuerete a mantenere in vita le parole di Leonard.

Quelli di LeonardCohen.it

You Want It Darker, la traduzione in italiano

Oggi 21 settembre, giorno dell’ottantaduesimo compleanno di Leonard Cohen, è stato ufficialmente pubblicato brano che dà il titolo al nuovo album dell’artista canadese, You Want It Darker.

In anteprima assoluta, LeonardCohen.it vi presenta la traduzione in italiano del testo della canzone, che potrete trovare qui: http://www.leonardcohen.it/discografia/you-want-it-darker/you-want-it-darker

Buon ascolto e buona lettura a tutti!

Happens to the Heart, una poesia in regalo da Leonard Cohen

Da qualche giorno circola in rete ‘Happens to the Heart’, una poesia che Leonard Cohen ha datato 24 giugno 2016  e pubblicato in anteprima il 25 agosto su LeonardCohenFiles da Jarrko Arjatsalo.

Il testo è complesso e molto ben strutturato. Si tratta di otto strofe da otto versi ciascuna (tutte terminanti in ‘What happens to the heart’) più una ripresa di quattro versi finale. A una prima lettura, sembrerebbe una specie di ‘riepilogo’ della vita sentimentale di Cohen, senza però riferimenti esatti a fatti e persone – una circostanza questa certo inconsueta per il poeta, da sempre avvezzo ad aprirsi senza alcun velo ai suoi lettori.

Man mano che ci addentreremo nella lettura, anche grazie alla crescente comunità di LeonardCohen.it, vi proporremo un’interpretazione – ammesso che ce ne sia una!

Se nel frattempo volete aiutarci anche voi, lasciate un commento con le vostre idee e noi ne terremo conto! :)

Buona lettura!

HAPPENS TO THE HEART

I was always working steady
But I never called it art
I was funding my depression 
Meeting Jesus reading Marx
Sure it failed my little fire
But it’s bright the dying spark
Go tell the young messiah
What happens to the heart 

There’s a mist of summer kisses
Where I tried to double-park
The rivalry was vicious
And the women were in charge
It was nothing, it was business
But it left an ugly mark
So I’ve come here to revisit
What happens to the Heart

I was selling holy trinkets
I was dressing kind of sharp
Had a pussy in the kitchen
And a panther in the yard
In the prison of the gifted
I was friendly with the guard
So I never had to witness
What happens to the Heart

I should have seen it coming
You could say I wrote the chart
Just to look at her was trouble
It was trouble from the start
Sure we played a stunning couple
But I never liked the part
It ain’t pretty, it ain’t subtle
What happens to the Heart

Now the angel’s got a fiddle
And the devil’s got a harp
Every soul is like a minnow
Every mind is like a shark
I’ve opened every window
But the house, the house is dark
You give in and then it’s simple
What happens to the heart

I was always working steady
But I never called it art
The slaves were there already
The singers chained and charred
Now the arc of justice bending
And the injured soon to march
I got this job defending
What happens to the Heart

I studied with this beggar
He was filthy he was scarred
By the claws of many women
He had failed to disregard
No fable here no lesson
No singing meadow lark
Just a filthy beggar blessing
What happens to the heart

I was always working steady
But I never called it art
I could lift, but nothing heavy
Almost lost my union card
I was handy with a rifle
My father’s 303
We fought for something final
Not the right to disagree

Sure it failed my little fire
But it’s bright the dying spark
Go tell the young messiah
What happens to the heart

June 24, 2016

You Want It Darker è il nuovo disco di Leonard Cohen

Ci siamo! You Want It Darker è il quattordicesimo disco da studio di Leonard Cohen.
darker

Del disco, che sarà prodotto dal figlio Adam, è nota anche la track list:
1. You Want It Darker
2. Treaty
3. On the Level
4. Leaving the Table
5. If I Didn’t Have Your Love
6. Traveling Light
7. Seemed the Better Way
8. Steer Your Way
9. String Reprise/ Treaty
I coheniani più attenti ricorderanno che il brano d’apertura del disco, ‘You Want It Darker, è già trapelato in quanto è stato usato quale colonna sonora di Peaky Blinders. Il video è regolarmente disponibile in rete.
Ecco il comunicato della casa discografica: «A 82 anni Leonard Cohen pubblica un album di nuove penetranti canzoni. I pochi fortunati che lo hanno ascoltato lo ritengono un “capolavoro” e “classico Cohen”. L’album si intitola YOU WANT IT DARKER e sarà in vendita in autunno.»

Leonard Cohen scrive a Marianne Ihlen sul letto di morte

Due ore dopo aver saputo che Marianne Ihlen, sua compagna per circa un decennio e musa di ‘So Long Marianne’ (potete leggere la nostra traduzione e il nostro commento qui), ‘Bird on the Wire’ e molte altre canzoni ancora, era ormai sul letto di morte a causa di una leucemia, Leonard Cohen le ha fatto recapitare uno scritto toccante, in cui tratta senza giri di parole il tema della morte.
Al solito, la prosa di Leonard è stringata, asciutta, essenziale, e ogni parola sembra cadere sul foglio con un’economia senza pari. Più la leggi, e più ti rendi conto che è un capolavoro di sintesi.

Noi ve la proponiamo tradotta e in originale (in fondo all’articolo):

«Beh, Marianne, siamo giunti al tempo in cui siamo talmente vecchi che i nostri corpi cadono a pezzi e penso che molto presto ti seguirò. Sappi che ti sono alle spalle, così vicino che se tendi una mano penso che riuscirai a prendere la mia. E tu sai che ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza, ma non ho bisogno di dire altro in proposito perché di questo sai già tutto. Ora però voglio solo augurarti buon viaggio. Addio vecchia amica. Amore eterno. Ci si vede più in là…»

Mentre l’amico intimo e regista Jan Christian Mollestad le leggeva la parte in cui Cohen annunciava la sua presenza alle sue spalle, Marianne ha allungato il braccio… Due giorni dopo, Marianne ha perso conoscenza ed è scivolata verso la morte. Mollestad ha risposto a Leonard informandolo che nel momento del trapassole ha mormorato ‘Bird on the Wire, perché era la canzone che più sentiva. Poi le ha dato un bacio sulla fronte e uscendo dalla stanza l’ha salutata dicendo ‘So long, Marianne’.

Così vogliamo fare anche noi. So long, Marianne, e grazie per aver ispirato anche questi splendidi versi…


IL TESTO ORIGINALE DELLA LETTERA DI LEONARD COHEN (probabilmente un frammento citato a memoria da Mollestad)

«Well Marianne it’s come to this time when we are really so old and our bodies are falling apart and I think I will follow you very soon. Know that I am so close behind you that if you stretch out your hand I think you can reach mine. And you know that I’ve always loved you for your beauty and your wisdom but I don’t need to say anything more about that because you know all about that. But now I just want to wish you a very good journey. Goodbye old friend. Endless love. See you down the road…»